"Il treno per il Darjeeling" di W. Anderson



Anderson rielabora nuovamente il tema a lui più caro, la famiglia e i (non)equilibri su cui questa si fonda. La storia si basa sui medesimi meccanismi narrativi e descrittivi già dei "Tenenbaum" e de "Le avventure acquatiche di Steve Zissou" e questo penalizza il film di Anderson che sempre è riuscito a spiazzare lo spettatore grazie all'originalità della storia e dei personaggi. La scelta di ambientare il film in India si rivela comunque azzeccata e ben si abbina al cinema andersiano: la sua passione per gli oggetti trova pieno sfogo negli ambienti indiani carichi all'inverosimile di particolari ornamenti e la vasta tavolozza cromatica che esplode letteralmente a colorare ogni angolo dei treni e dei bazar indiani fa da sfondo ideale ai suoi personaggi che nonostante le loro continue bugie e nevrosi risultano comunque sempre piacevoli e interessanti.
Il film è una commedia piacevole, anche se per i fan del regista come me è lecito aspettarsi qualche passo avanti. **/4 by pHiL
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